Questi ricordi aiutano forse gli Czechi a mostrarsi tolleranti verso deboli comunità hussite che esistono ancora e verso i loro compatriotti, poco numerosi, che professano la religione protestante riformata. In cambio detestano generalmente gl’Israeliti, nei quali vedono gli alleati dei loro nemici i Tedeschi. Salvo rare eccezioni, gli Ebrei sono infatti del partito germanico, cioè del partito che essi hanno il maggior interesse a servire; coi borghesi e coi grandi industriali tedeschi essi possono fare maggiori transazioni commerciali, colle città di Vienna, Berlino, Lipsia, Breslavia sono in rapporti di finanza. Tutti parlano le due lingue, ma il tedesco riesce loro più utile, anche perchè hanno l’abitudine di parlarlo fra loro. Se la lotta dovesse scoppiare, essi si schiererebbero dunque naturalmente dal lato della Germania, e come non sono meno di centosettantamila in Boemia ed in Moravia, e per la media della loro istruzione, sono superiore ai Tedeschi ed agli Czechi, il loro concorso sarebbe della più alta importanza nel conflitto fra le razze. In Boemia, Kolin è per così dire il loro quartiere generale. In parecchie città di Moravia, a Prossnitz, Nikolsburg, Boskovice o Boskovitz, essi formano già la metà anzi la maggioranza della popolazione. Ma anche gli Czechi, hanno un alleato molto potente all’oriente dei Carpazi. Un gran numero fra essi sono gli araldi del panslavismo, e da Praga a Mosca si scambiano incessantemente testimonianze d’amicizia.
Qualunque debba essere un giorno il risultato dei loro sforzi in favore dell’autonomia nazionale, egli è certo che gli Czechi sono uno dei gruppi più solidi e più energici dell’Europa e fra tutti gli Slavi sono i più forti ed i più resistenti.
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