Un lungo soprabito di panno bianco od un mantello azzurro con parecchi baveri completavano l’abbigliamento. Un cappello nero, che i giovani adornano di nastri gialli e rossi, s’innalzava al disopra della loro faccia rotonda, dalle gote paffute, dai capelli biondi e lisci. Del resto, uomini e donne hanno, come gli Ungheresi, grandi stivali per camminare sul suolo argilloso, e questo peso rende singolarmente stentata la loro andatura. All’estremità nord-ovest della Boemia, nel distretto d’Eger, si vedono ancora qua e là talune donne che hanno serbata l’antica abitudine di gonfiarsi il petto e le spalle con grossi cuscini di piume, i quali danno una forma quasi sferica alla parte superiore del loro corpo. Poche mode sono più antipatiche di questa e ci si deve rallegrare di vederla quasi completamente abbandonata. Ma le contadine della Boemia, anche prendendo a prestito dalle loro vicine di Germania il taglio moderno dei loro abiti, sono rimaste fedeli al color rosso: si vedono brillare da lungi come papaveri sul verde dei loro campi.
Al pari delle foggie nazionali anche i caratteri distintivi degli abitanti czechi tendono a sparire. Attualmente le città di Boemia e di Moravia poco differiscono da quelle di Germania per la disposizione generale dei quartieri e per la forma delle case; i soli villaggi dei distretti remoti hanno serbato l’aspetto che avevano nel Medio-Evo. Invece di svilupparsi in lunghe vie ai lati d’una strada o di aprirsi agli angoli nel crocicchio di parecchie contrade, formano una circonferenza irregolare intorno ad una piazza rotonda od ovale.
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