Nel bacino della Berunka (Beraunca), fiume che va ad unirsi alla Vltava a qualche chilometro a monte di Praga, si trovano parecchi gruppi di popolazione considerevoli: Klatovy o Klattau, costrutta all’uscita delle valli della Sumava che è abitata dai «contadini reali;» Domazlice (Taus) la celebre custode del passaggio dei monti; Marienbad, città termale circondata da grandi foreste percorse di bei viali in ogni senso; Stribro o Mies, arricchita dalle sue miniere di piombo; Pribram, ancora più nota pei suoi giacimenti argentiferi. Ma la città principale del bacino è Plzen o Pilsen, dove si riuniscono gli affluenti che formano la Berunka. Sebbene divenuta per le sue vie ferrate il centro più importante della Boemia dopo la capitale, questa città commercialmente è molto scemata durante gli ultimi anni, ed il secondo posto che occupava già fra le città del regno, le è disputato da Reichemberg, la sua rivale industriale. Salvo nel tempo delle celebri fiere che ne fanno momentaneamente una piccola Lipsia, Pilsen presenta all’interno e nei suoi sobborghi un aspetto d’impoverimento e d’abbandono, ma il giardino circolare sull’area degli antichi bastioni le forma una graziosa cintura di zolle erbose e di fiori. Pilsen ha, del resto, grandi elementi di prosperità futura nelle ricche miniere carbonifere del suo bacino e nelle sue fabbriche di birra, la più rinomata dell’Austria. Lo stabilimento principale «la birreria dei borghesi» appartenente ai 382 proprietari delle case di Pilsen chiusa nella cinta del bastione, spedisce i suoi prodotti sino in Egitto, alle Indie, in America e possiede un immenso labirinto di cantine le cui gallerie, penetrano ogni anno di più nella roccia.
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