Dopo il colpo di fulmine di Sadowa, dovette abdicare la sua parte di potenza dirigente nell’Europa centrale, ed oramai ogni speranza di ingrandirsi dal lato dell’occidente le è tolta; non le è permesso che di rivolgersi verso l’oriente. Ma anche là quanti ostacoli! Egli è perciò che essa deve cercare un compenso alle sue perdite nel miglioramento del proprio territorio, non nella conquista di paesi stranieri.
Si potrebbe credere che, ricacciata così su sè stessa, l’Austria abbia guadagnato in coesione. Ma ne seguì piuttosto l’effetto contrario. La parte tedesca in Austria, esclusa dalla Germania officiale per forza, non aspira che a rientrarvi; essa vi si riattacca moralmente, non ostante tutte le piccole rivalità di città e di provincie. Non se ne potrebbe dubitare: se i legami di forza che tengono unite le popolazioni in Stati politici distinti venissero a rompersi ad un tratto, i Tedeschi del Sud non si aggrupperebbero certamente cogli altri austriaci di razza slava, rumana o magiara; ma, a prezzo anche di qualche umiliazione, si associerebbero ai loro fratelli di lingua, i Tedeschi dell’ovest e del nord. Benchè proclamandosi molto superiore a Berlino, e primeggiando infatti per la bellezza del sito, l’importanza della sua parte storica nel passato, ed altresì pei vantaggi della posizione commerciale, Vienna è anzi tutto tedesca, e quand’anche la sua giovane e possente rivale le imponesse qualche condizione leonina, essa acconsentirebbe volontieri ad essere la seconda capitale dell’impero tedesco.
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