(361) Ma gli Austriaci e gli Ungheresi hanno, in mezzo al loro dominio, un vero mare formato dal Danubio; una gran parte della navigazione che si fa sul fiume principale, da Passavia alle Porte di Ferro, sulla Tisza, a valle di Tokai, e sulla Drava e la Sava, al disotto d’Osjek e di Sissek è a destinazione del mar Nero.(362) Tuttavia questo commercio è poca cosa ancora, a paragone di quello che dovrebbe essere e di ciò che sarà forse un giorno, se le ferrovie dopo d’essersi ramificate nella penisola tracio-ellenica, non s’impadroniscono del traffico a spese della navigazione fluviale.
     
     
      VIADOTTO SULLA VALLE DI KALT-RINNE PER LA FERROVIA DEL SEMMERINGDisegno di Taylor, da una fotografia dei signori Levy e C.
     
      Pel numero delle sue ferrovie attorno alle quali si lavorava con una specie di furia prima del disastro finanziario del 1873, l’Austria-Ungheria occupa fra le nazioni d’Europa un posto superiore a quello che le dà il suo commercio. A superficie eguale possiede quasi altrettante vie ferrate quante l’Italia, ed è inferiore alla Francia di un terzo, alla Germania della metà.(363) E parecchie di queste ferrovie sono pure fra le più notevoli d’Europa pei grandi lavori che si dovettero eseguire affine d’attraversare le Alpi, i Carpazi, gli altipiani di Croazia. Le falde del Brennero, del Semmering, del colle di Pontebba, del Predil, delle montagne di Liptò, quelle del Carso a Trieste ed a Fiume, non sono state sormontate che a prezzo dei più grandi sforzi. Disgraziatamente, la rete austro-ungarica si riattacca sinora soltanto in un piccolo numero di punti a quella dell’impero russo; e si è collegata a quella della Rumania danubiana soltanto alla fine dell’anno 1877, mentre il corpo della penisola turca è ancora in gran parte un luogo chiuso pel commercio.