In Austria ogni religione non riconosciuta dallo Stato può tuttavia liberamente professarsi «purchè la sua dottrina, i suoi riti, il suo nome, non abbiano nulla di contrario alla legge ed alla morale, ed il mantenimento di almeno una congregazione sia regolarmente assicurato.» In Ungheria, i culti non riconosciuti sono soltanto tollerati.(386)
La Chiesa cattolica dell’Austria-Ungheria ha un esercito di circa 36,000 preti; compresi i frati e le monache, il personale ecclesiastico ammonta ad oltre 51,000 persone, di cui più di 31,000 nella Cislaitania.(387)
Poco tempo fa i greci ortodossi delle provincie orientali della monarchia avevano un solo patriarca, quello di Karlovci, in Sirmia; ma siccome i Rumani ed i Serbi male si accordavano per causa della differenza delle razze, bisognò rompere nel 1864 il legame religioso che li univa: Hermannstadt fu eretta a metropoli autonoma, mentre Karlovci restò per tutti i Serbi la sede patriarcale; si procedette al riparto dei fondi comuni, e parecchi conventi che erano stati fondati dai Serbi toccarono ai loro rivali i Rumani, divenuti più numerosi in causa dell’accrescimento rapido delle loro famiglie. Nel 1873, una nuova scissione, imposta questa volta dal governo, seguì fra i Serbi della Dalmazia e quelli delle provincie croate: i greci translaitani restarono sotto la direzione del patriarca di Karlovci, mentre la sede di Zara e quella di Cattaro, nuovamente create, furono poste sotto l’autorità del metropolitano di Czernowitz, separato da una distanza di 1,000 chilometri dai suoi suffraganei.
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