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      Questa poi, lunge che potesse più essere trascinata nel vortice dello czarismo, anzi avrebbevi contrapposto in beneficio proprio e di tutta quanta Germania un diga efficace; e per quella virtù che ha ogni nucleo bene compatto, di tirare a sè le molecole omogenee ancora erranti, avrebbe senza dubbio ampliata via via, verso il Basso Danubio ed il mare, la sfera d’efficienza dell’Impero. Il quale, quando si volti ad Oriente, è sicuro d’essere secondato, come propagatore di civiltà, da quella benevolenza e concordia degli animi in tutta l’Europa civile, che non soltanto lo abbandona, ma si converte in vivissima ripugnanza ov’esso tenti di premere verso Occidente.»(3)
      Sino a che tutto l’impero fu sommesso ad una inflessibile centralità era naturale, che anche gli Slavi, che ne dovevano essere, dopo i Magiari, ai quali non rimane altra via, il maggior appoggio, si lasciassero invece maneggiare da tutte le artifiziose industrie del panslavismo. Nel 1848 avvenne persino che l’Austria, quasi le sembrasse poca cosa l’aver apparecchiato gli animi alle idee russe, aprisse alle armi russe i confini, piegando il ginocchio davanti allo Czar restitutore della sua autorità sui ribelli. Così, sino al Congresso di Berlino, per quel suo snaturato odio d’ogni movimento nazionale, tenne più volentieri dal turco, che dalle vigorose e giovani razze cristiane, e ripudiò il bellissimo e naturale cómpito suo per addirsi ad una alleanza vuota d’ogni nerbo e condannata al cimento impossibile di incagliare le ruote del destino.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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