La Svezia soccombe a Pultava, la Polonia è divisa, e cadute quelle due barriere, per mano di coloro stessi, ch’erano i più interessati a difenderle, la Russia si trova sola a fronte della Turchia.(4)
E adesso ecco che le si solleva di contro un ostacolo nuovo inatteso, più grande di quelli già superati. Sin dalla spartizione della Polonia, l’Austria-Ungheria fu spinta verso l’Oriente dalla Potenza che aveva il maggior interesse ad escluderla dalla Germania, la Prussia. Ma soltanto al Congresso di Berlino essa si decise ad accettare la missione nuova. Oggi si stà consumando l’annessione della Bosnia, ma già si disegna il cómpito più vasto. Vedremo come nella Serbia e nel Montenegro l’influenza austriaca si possa dire ormai sottentrata alla russa. La Serbia è chiusa da due parti ed avvinta con speciali convenzioni commerciali e ferroviarie; il Montenegro stretto quasi tutto intorno e vigilato da Spizza sull’unico spiraglio di mare, che gli venne limosinato. Sono i primi passi. Vedremo come cotesta azione si continui e si completi nella Rumania. «La vera importanza politica ed economica dell’annessione della Bosnia, per noi, giace in questo, che ci abbiamo aperta la via sino a Salonicco. Nè la Rumania, nè la Bulgaria potranno sottrarsi alla nostra influenza; e quanto alla Rumelia ed alle provincie albanesi, è questione di tempo. Salonicco è destinato ad essere il maggior porto della monarchia».(5) Alle quali esplicite dichiarazioni v’è chi aggiunge, che «se non fosse la sicurezza di maggiori acquisti, la Bosnia non sarebbe certo compenso equivalente al sacrificio ed ai pericoli cui la monarchia si è esposta».(6) Queste opinioni, che sono d’uomini autorevoli, mostrano di qual natura ed estensione sia la nuova missione dell’Austria.
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