E non è il libero oceano che ne bagna le rive. I mari, la cui onda bagna le rive tedesche, non sono profondi e ricchi di porti come quelli della Francia e dell’Inghilterra. Il Baltico, sul quale la Germania ha più che due terzi del suo litorale marittimo, è un mare quasi chiuso, dal quale i navigli non possono uscire che per gli stretti delle isole danesi; quantunque piccolo, è mare molto pericoloso in causa dei suoi banchi di sabbia, delle brevi ondate, delle nebbie, dei venti bruschi e mutevoli; d’inverno, l’entrata dei porti è ostruita dai ghiacci, e il mare stesso è interamente ghiacciato su parecchi tratti della sua superficie. Da ultimo pressochè la metà di questo bacino marittimo è quasi inutile al commercio, perchè al nord delle isole d’Aland le spiagge sono poco popolate. Il mar del Nord, chiamato anche mar di Germania, ha almeno il vantaggio di comunicare liberamente con l’Oceano Atlantico; ma il suo principale ingresso per i commerci col resto del mondo è l’angusto Passo di Calais, che potrebbe agevolmente esser vietato dalle flotte della Francia e dell’Inghilterra. Per giunta il mare del Nord è pericoloso per la sua scarsa profondità,(8) per le sue spiagge indeterminate, sulle quali irrompono di tratto in tratto le acque, e che continuano lontane sotto le onde con lunghi banchi di sabbia. In molti paraggi, le navi si trovano già sui bassi fondi del litorale prima di esserne in vista. La marina germanica ha preso, è vero, una grande importanza relativa tra le flotte commerciali del mondo, ma non bisogna cercarne la ragione nei vantaggi marittimi del paese.
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