Al nord della pianura di Magonza, le formazioni antiche sono le stesse sulle due rive del Reno: le rocce devoniche, che cominciano nelle Ardenne e nel paese vallone, continuano al nord-est verso il Nassau e la Westfalia e sono orlate al nord dalla medesima zona di terreni carboniferi, in mezzo ai quali si apre, come una grande baia, la pianura di Colonia; nel Belgio e in Germania dei lembi di creta e di formazioni più moderne si appoggiano ugualmente sulla regione estrema delle colline; da ultimo la pianura quaternaria di circa 400,000 chilometri quadrati che si estende su tutto il nord della Germania non è che una parte dell’antico litorale, che comprende anche l’Olanda, la Polonia e vasti tratti della Russia centrale. Così la Germania si divide geologicamente in due metà; quella del Sud che si accosta alla Svizzera, alla Francia, al Belgio; quella del Nord, che prolunga la pianura sarmata verso l’occidente.
Tra i gruppi di diversa formazione che s’innalzano nella regione centrale della Germania, al nord del Meno e della Mosella, si trovano numerosi gruppi vulcanici, notevoli per i loro cratèri mutati in laghi, per le colonne basaltiche o per i lunghi deflussi di lave. Sono i prodotti di un focolare di materie fuse, che bollivano sotto il litorale, quando tutta la parte settentrionale della Germania era ancora coperta dalle acque. Presso a questi monti bruciati, la varietà delle rocce è molto grande, come in tutto il paese frastagliato dove nascono, da una parte gli affluenti del Meno, dall’altra quelli del Weser.
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