L’assieme di questi dialetti del Nord, compresi sotto la denominazione generale di platt-deutsch, cioè «tedesco del paese piano» si distingue dall’alto tedesco per la soppressione di tutte le finali mute e per la regolare permutazione di certe consonanti conformemente alla «legge di Grimm;» ma le vocali differiscono singolarmente in tutti questi dialetti.(21) Il platt-deutsch, molto ricco di antichi poemi e di canti popolari, è superiore al tedesco letterario per il vigore dell’espressione e l’abbondanza delle parole; ma dacchè l’idioma turingio-sassonico, che diventò l’alto tedesco, prevalse come lingua scritta, il linguaggio del paese piano era condannato. Unita in un solo popolo dal secolo decimo, la nazione tendeva ad avere un linguaggio unico, fondendo in un solo tutti i dialetti. Fin dalla metà del secolo decimosettimo, il platt-deutsch non fu più adoperato nella letteratura che dai poeti e dalla satira; adesso non lo si parla più nelle città fuorchè nelle vecchie città libere della Hansa; forse dieci milioni di uomini, che d’altronde si servono pure dell’alto tedesco, lo conoscono ancora.
Coloro che parlano o comprendono il tedesco nell’Europa centrale si possono oggi valutare a più di 55 milioni, computando le razze germanica, slava o magiara: ed aggiungendovi gli Ebrei della Polonia e della Russia, gli stranieri colti che studiarono la lingua di Goethe e di Schiller, e le famiglie di coloni tedeschi stabiliti nelle due Americhe ed in Australia, è certo che il dominio della lingua tedesca si estende su circa 65 milioni d’uomini.
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