Alle opere immortali dei grandi genî, Gœthe, Schiller, Heine, aggiunsero le loro; artisti potenti come Weber, Beethoven, Mendelsohn, Schubert continuarono Mozart, Haydn, Händel; Kant ha portato una rivoluzione nelle idee, mentre un’altra rivoluzione cominciava all’occidente dell’Europa nelle istituzioni politiche. La storia e tutti gli studî che vi si collegano, l’archeologia e la numismatica, trovarono fra i Tedeschi grandi interpreti; la scienza della filologia trovò fra loro maestri e le matematiche, la geologia, la storia naturale occuparono grandi intelletti, finalmente uno dei più bei titoli di gloria del genio germanico nell’opera collettiva dell’umanità è quello di aver tanto fatto, durante il secolo presente, per classificare ed accrescere le cognizioni relative alla Terra ed ai suoi abitanti. I nomi di Alessandro Humboldt, di Carlo Ritter, d’Oscar, Peschel, di Augusto Petermann sono degni del rispetto d’ogni geografo.
Dalla metà del secolo la Germania è costituita politicamente; non le mancano più che alcune provincie dell’Austria; ma nel tempo stesso l’accentramento ha incominciata l’opera sua. Un tempo gl’inconvenienti della incoerenza politica della Germania erano compensati da un grande vantaggio: spezzato in sovranità composte esse medesime di numerosi frammenti, il paese non poteva essere amministrato ed oppresso a profitto di un unico centro. L’accentramento burocratico non poteva trasformare tutti i Tedeschi in automi messi in movimento dallo stesso filo. Ciascuna provincia conservava meglio i costumi e gli usi suoi proprî; la vita locale si sviluppava più liberamente, e focolari d’intelligenza più numerosi potevano crescere sui diversi punti del territorio.
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