All’ovest la depressione che si apre a sud dei Vogesi congiunge pure il Reno ed il Rodano per la valle della Saona, mentre all’est il Meno e le pianure della Baviera, il Neckar ed i valichi delle montagne sveve continuano le grandi vie naturali del Danubio e del Reno. Gli affluenti dei diversi fiumi collegano le loro sorgenti per guisa da facilitare i viaggi e gli scambii nei dintorni del bacino renano.
      È un fatto notevole che quasi tutte le grandi città litoranee del Reno sorgono sulla riva sinistra: Basilea, Strasburgo, Spira, Worms, Magonza, Coblenza, Colonia sono all’occidente del fiume, e nondimeno parrebbe a primo aspetto che le grandi città avrebbero dovuto edificarsi al confluente dei tributarî, più numerosi dalla parte dell’oriente. La ragione di questo contrasto è che la riva sinistra fu appunto la riva romana. Druso ed altri generali vi stabilirono i loro campi, divenuti più tardi città e poi stazioni di grande commercio; ivi vennero a far capo, a Strasburgo, a Magonza, a Colonia, le tre strade dei Galli; di tappa in tappa, la strada seguiva il fiume ad occidente, mentre la riva destra restava così deserta, poco conosciuta, ed i Romani non vi si avventuravano che per spedizioni militari. Il corso del Reno era infatti a quel tempo una vera frontiera.(2) La riva occidentale precedette adunque la riva opposta, e di parecchi secoli, per la civiltà dei suoi abitanti, in causa della forza d’attrazione esercitata dalle popolazioni più civili e più ricche dell’Occidente. Ma poco a poco l’eguaglianza si stabilì tra le due rive, grazie alla coltivazione del suolo, allo sviluppo delle industrie ed alla costruzione delle strade; ed anzi la più importante delle due ferrovie, che corrono una ad est, l’altra ad ovest sulle rive del Reno, quella che trasporta maggior numero di viaggiatori e di merci, non è quella che corre oggi sulle traccie dell’antica via romana, ma è invece la ferrovia della riva destra, che va a congiungersi a Francoforte colle linee d’Amburgo e di Berlino.