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      Là si rizzano le falde meridionali delle alture che raggiungono le montagne della Boemia e delle Ardenne, e che da sud a nord hanno uno spessore non minore di 100 chilometri in linea diretta. Non si creda però che il fiume non abbia trovato una via verso il mare del Nord prima di scavare il passo tortuoso nel quale oggi si addentra. Lo studio geologico della valle ha provato infatti, che il letto del Reno era una volta da 140 a 150 metri più alto. Ai due lati del fiume si notano nell’immensa pianura d’Alsazia e del Baden terrazze a falde sinuose, che erano già bagnate dall’acqua corrente, e queste terrazze continuano esattamente sui declivî delle alte colline le quali, da una parte e dall’altra, formano le gole del Reno fra Bingen e Bonn. Queste terrazze sono spiagge antiche; si presume che il paese intero sia stato lentamente sollevato, come avviene oggi della Scandinavia, e che l’acqua fluviale, lavorando a mantenere il proprio livello, abbia scavato il suo letto nei diversi strati delle montagne del pari che negli ammassi disgregati di ghiaia del bacino superiore. La natura diversa dei terreni ha dato però al Reno i più diversi aspetti, e mentre nella pianura ghiaiosa il fiume ha potuto passeggiare a destra e a sinistra in bizzarri meandri, più a nord fu costretto a camminare, come un prigioniero, in una stretta gola, senza punto modificare le curve successive del suo tracciato primitivo.(11)
      La soglia per la quale il Reno entra fra le colline era già celebre per le sue rapide pericolose.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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