La Foresta Nera è una delle regioni di Germania, dove il viaggiatore vede succedersi i siti più austeri ed i più graziosi; ma parecchi restano ancora sconosciuti; la folla degli stranieri si reca a Baden ed alle altre città di bagni, percorre i viali dei parchi, le foreste vicine e non oltrepassa le rovine che si scorgono qua e là sulle punte circostanti.
La grande industria della Foresta Nera è ancora ai giorni nostri la silvicultura, sebbene in molti luoghi i declivî siano stati devastati o sostituiti da culture alle quali non sempre il terreno si presta. Così la montagna del Kniebis, presso la sorgente della Murg, era stata in parte messa a cultura dai contadini con grande accanimento; ma il gres chiazzato e coperto da uno strato sottilissimo di terra vegetale, ricusa di produrre alcun raccolto; il villaggio di Kniebis ha cessato d’esistere, e si dovettero piantare di nuovo le foreste intorno alle case abbandonate. Nè i boschi, nè i pascoli delle vette, nè i campi e gli orti delle valli bastano ad alimentare la popolazione troppo numerosa del paese. Le miniere, già così produttive, sono in gran parte abbandonate. Gli abitanti dei villaggi dell’interno emigravano già in gran numero per l’America e vanno sempre in folla a passare l’inverno fuori della loro patria; quelli che restano si occupano l’inverno di piccole industrie, come di lavori in legno e in paglia e più d’un’operaia della Foresta Nera potrebbe paragonare i prodotti della sua arte ai mirabili lavori delle donne del contado fiorentino.
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