Ma il lavoro davvero originale, nato nel paese o che durante questo secolo si è grado a grado sviluppato grazie agl’impulsi ed alle istruzioni venute dal di fuori, è la fabbricazione degli orologi in legno. Infine, nelle montagne della Selva Nera come nei Vogesi, sebbene in grado minore, il contrasto della natura primitiva e dell’inhustria manufatturiera più progredita si presenta qua e là intorno alla catena. Quante volte, all’uscire da una cupa foresta o da una stretta gola di rocce, il viaggiatore scorge ad un tratto una vasta officina formicolante d’operai che si agitano, coi suoi ammassi di scorie, le sue grandi turbine ed i suoi alti camini fumanti!
Al nord della breccia di Pforzheim, le colline che prolungano la Foresta Nera, non formano più che una catena poco elevata, sempre rivestita dal manto delle foreste. Questo filare termina al sud di Heidelberg col celebre Königsstuhl (Sedia del Re), una delle vette più di soventi raggiunte dai forestieri; ma al dì là del Neckar le rocce s’innalzano di nuovo nel gruppo dell’Odenwald, che si trova ugualmente nell’asse generale della Foresta Nera. L’Odenwald, nella quale gli etimologisti hanno voluto ritrovare la «Foresta d’Odino» sebbene le antiche cronache la designino col nome di Ottonewald,(23)si compone di due parti distinte: ad ovest vette cristalline di granito o di schisti, tagliate a perpendicolo dalla parte delle pianure del Reno e del Meno; ad est strati di gres traforati da rocce eruttive, fra altre il Katzenbuckel, che vanno a confondersi coll’altipiano franconiano.
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