Karlsruhe non ha università, ma il suo politecnico, dove si trovano più di 800 allievi, è divenuto celebre in tutta la Germania per i serî studî che vi si fanno.
Pforzheim, al sud-est di Karlsruhe, occupa al confluente di tre fiumi la grande porta naturale, che si apre all’estremità settentrionale della Foresta Nera, e fa comunicare direttamente la valle renana con quella del Neckar superiore: il nome della città ricorda ancora quello di Portæ Hercyniæ, che i Romani avevano dato a quel passaggio. La posizione è stata sfruttata in ogni tempo dal commercio; ma dalla metà del secolo Pforzheim è diventata anche un gran centro industriale. Dotata dagli emigranti francesi della fabbricazione dei gioielli, è oggi la città del mondo che fabbrica per l’esportazione la maggior quantità di questi oggetti in oro a basso titolo ed in metallo d’imitazione, senza contare le pietre fine, i coralli, i camei. La dogana computa a tonnellate la quantità di gioielli veri e falsi, che escono dalle manufatture di Pforzheim.(39) L’oreficeria di questa città non si distingue nè per il gusto, nè per la perfezione, nè per l’originalità del lavoro; ma ha per sè il buon mercato, conseguenza della legislazione tedesca sul titolo degli oggetti d’oro: a Pforzheim la proporzione può discendere a 560 millesimi; inoltre l’industria è sciolta da qualsiasi diritto fiscale e controllo ufficiale: sono gli orefici stessi che sorvegliano la fabbricazione. Nelle buone annate, 8,000 orefici lavorano a Pforzheim in quasi 600 fabbriche; nei comuni rurali dei dintorni, come nelle città del paese di Baden e del Württemberg, molti stabilimenti ricevono le ordinazioni degl’industriali di Pforzheim.
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