Uno di questi castelli, che si innalza a 15 chilometri ad ovest di Kaiserslautern, al disopra della piccola città di Landstuhl, apparteneva al famoso Francesco di Sickingen, che morì difendendolo; il suo maniero fu una delle cittadelle della Riforma; ivi dimorò per lungo tempo celato Ulrico di Hütten e di là uscirono alcuni dei suoi scritti che ebbero la più grande influenza nel cambiamento dell’antico ordine di cose.
Zweibrücken, più conosciuta in Francia sotto il nome di Deux-Ponts, è una delle città della frontiera del Palatinato, che furono più frequentemente contrastate; appartenne persino ai re di Svezia dal 1654 al 1799. Le fu dato il soprannome di «piccola Parigi» che meritò in parte come centro di studî, poichè il Duca Cristiano IV vi cominciò, verso la metà del secolo decimottavo, la pubblicazione delle celebri edizioni dei classici, dette Bipontinæ dal nome della città. Adesso Zweibrücken è la sede del tribunale supremo del Palatinato, e si arricchisce per i suoi carboni e per le sue officine metallurgiche. All’ovest di Dueponti, Sanct Ingbert, situata nel bacino carbonifero, il cui centro è occupato da Saarbrücken, è pure una città industriale. Pirmasens edificata in paese di montagne, a 512 metri d’altezza, era già un villaggio di fabbricanti di zoccoli; adesso si arricchisce colla fabbricazione di stivaletti e di pantofole, che si mandano sino in America.(42)
La valle della Queich, che fu in ogni tempo la via strategica da Zweibrücken alla pianura del Palatinato, è custodita al suo sbocco da Landau, resa pur’essa celebre dagli assedî e dalle battaglie; nella guerra dei Trent’Anni fu assediata e presa sette volte, e da quell’epoca ha spesso mutato padrone: durante un secolo, dal 1714 al 1815 appartenne alla Francia.
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