La Mosella non ha adesso nel suo bacino città, le quali possano paragonarsi a quelle delle rive del Reno: ma ve ne ha di quelle che aumentano rapidamente d’importanza. Tali sono, sulle frontiere stesse della Lorena annessa, le due città unite di Saarbrücken e di Sanct Johann, separate solamente dal corso della Sarre e che saranno ben presto ricongiunte da un altro gruppo di fabbriche e di case operaie, Malstatt-Burbach. Le tre città sono quasi sempre coperte dalla nebbia bigia del carbone che esce a nubi dai lunghi camini delle officine, delle fonderie, delle vetriere e delle fabbriche di macchine e di prodotti chimici. Dovunque a destra ed a sinistra delle strade principali si ramificano ferrovie, verso le manifatture ed i pozzi delle miniere; dovunque si accumulano in colline gli ammassi di detriti e di scorie. I bacini carboniferi di Saarbrücken, uno dei quali è in combustione dalla fine del secolo decimosettimo, producono d’anno in anno una quantità sempre più considerevole di carbone, ed il governo, che ne è il principale proprietario, ne trae grandi vantaggi;(59) la quantità di combustibile contenuta in questi giacimenti è valutata a più di 40 miliardi di tonnellate. I carboni si spediscono non solo in tutta la Germania occidentale, ma anche in Francia ed in Isvizzera; il canale della Sarre, che va a raggiungere quello dalla Marna al Reno, serve principalmente a portare combustibile alle officine dell’Alsazia-Lorena.(60) Le officine di Dudweiler, di Sulzbach, di Fridrichsthal ed il grande stabilimento metallurgico di Neunkirchen, dove lavorano più di 2,000 operai e che mette in commercio annualmente 48,000 tonnellate di ferro laminato, sono pure alimentati dai carboni del bacino di Saarbrücken.