Nessun fiume riunisce in quel luogo la Baviera alla Sassonia; nondimeno questo valico può esser considerato come il contrapposto geografico di quello tra il Niederwald e Bingen: dalle due parti, si stabilirono fra il Nord ed il Sud relazioni incessanti, un va e vieni continuo di uomini e di cose.
Le montagne che continuano ad ovest il Fichtelgebirge innalzano le loro principali vette al di fuori dei confini politici della Baviera. Un solo gruppo si trova quasi interamente sul territorio bavarese, lo Spessart o «Foresta degli Sparvieri,» la cui più alta vetta è il Geiersberg o «Monte dell’Avoltoio.» Questo gruppo connette l’Odenwald, cioè il prolungamento della Foresta Nera, ai monti che formano, per così dire, il diaframma della Germania. Lo Spessart, che il Meno deve circondare ad est, a sud e ad ovest, prima di potere avviarsi verso il Reno, è la pietra angolare del regno; sulle sue alture il clima è rude, i villaggi rari e formati da insalubri capanne; la popolazione vive in una estrema miseria. Foreste di faggi e di grandi querce, le più belle della Germania, porgono ricovero al cinghiale, al capriolo, al gatto selvatico, e si parla anche di banditi, che si accampavano già nei luoghi meno fitti. Lo Spessart, come la Foresta di Boemia, è una delle regioni alpestri, dove il teatro ed il romanzo amano di porre ancora le scene di brigantaggio.
Fra il bacino del Danubio e quello del Meno, cioè nella parte centrale della Baviera, s’innalzano altresì non montagne propria-mente dette, ma ampî altipiani; che formano lo spartiacque fra i due versanti.
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