Dal decimoquarto al decimosettimo secolo, Ulma, centro del commercio delle stoffe di lino, era una città ricchissima, la più popolata della Svevia, e le sue rendite le avevano permesso di comprare fuori delle sue mura un gran numero di villaggi. L’aspetto stesso della città, che presenta qua e là alcune case rovinate ed ampi spazî deserti, prova che la città è decaduta dopo quel tempo di prosperità, sebbene la popolazione totale, compresa quella di Nuova-Ulma, non sia probabilmente inferiore a quella di una volta. Di quell’epoca di gloria conservò la sua cattedrale, incominciata nel 1377 dal muratore «mastro Enrico,» ma la costruzione, interrotta alla fine del secolo decimoquinto, fu ripresa soltanto in questi ultimi anni. È un grande edifizio dell’ultima epoca dello stile barocco, e la sua facciata è preceduta da una sola torre ancora incompiuta, che dovrà un giorno oltrepassare i 150 metri e da cui si può già contemplare un immenso orizzonte di pianure e di colline sino alle montagne del Tirolo e della Svizzera. All’interno, il monumento, diviso già in tre navate, che furono portate a cinque per sostenere le volte con due nuove file di pilastri, è, come la maggior parte degli edifizî del culto protestante, privo di quadri e di sculture; ma vi si vedono gli ammirabili intagli in legno del coro ed il più grande organo della Germania.
Una delle ferrovie che girano intorno ad Ulma, quella di Norimberga, passa per una città appartenente ancora al Württemberg, Heidenheim, arricchita dalle sue fabbriche di lane e dalle sue tintorie; ma delle strade ferrate, che si allontanano da Ulma, la più importante per il commercio generale si dirige verso il lago di Costanza e riunisce a questo mare interno ed alla Svizzera il Württemberg e la Baviera occidentale.
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