Egli è a cagione delle miniere, che sorsero i grandi villaggi ed anche le città sugli altipiani dello Harz e furono popolate quelle che sorgevano al basso del gruppo. Come la Lombardia presenta agli agricoltori il più bello esempio da imitare per l’utilizzazione delle acque d’irrigazione, così il paese metallurgico dello Harz, seminato di piccoli laghi artificiali, presenta un quadro così perfetto dell’impiego delle forze motrici nelle officine; ivi nulla della potenza gratuita fornita dalla natura va perduta inutilmente.(10) La produzione mineraria, sebbene ammonti ancora a più di 100 mila tonnellate di minerali diversi all’anno, ha perduto gran parte della sua antica importanza economica nell’industria generale della Germania; un gran numero di gallerie profonde, più basse dei canali di scolo che traforano le montagne, sono state invase dalle acque. Ai dì nostri i viaggiatori visitano le montagne dello Harz soprattutto per amore delle bellezze naturali. Tutti gli anni gli abitanti delle città vengono a migliaia a respirare l’aria pura delle vette ed a contemplare l’immenso orizzonte che si estende lungi verso il mare del Nord.
Le grandi memorie della storia, di cui lo Harz fu già in Germania uno dei centri principali, durarono nella leggenda e sono state abbellite dagli scrittori moderni. Come i cercatori di tesori frugano tra le rovine del castello di Harzburg per trovarvi la corona gettata nella fuga da Enrico IV, così i poeti tedeschi vanno a raccogliere le tradizioni dalla bocca dei contadini e dei minatori ed il maggior tra loro, Goethe, ha saputo mescolare ammirabilmente talune di queste leggende nel suo Faust.
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