» Un archeologo dell’Annover, von Estorf, novera nel 1856, nei soli distretti di Uelzen e di Lüneburg, circa 7 mila megaliti, 300 dei quali benissimo conservati. Sopra una collina che domina l’estuario del Weser, si trova, in mezzo ad un circolo di pietre sovrapposte, un viale coperto le cui tre pietre superiori pesano ciascuna circa 100 tonnellate. Ma la maggior parte di questi monumenti di altre età sono scomparsi; nel secolo precedente, gli abitanti dell’Annover facevano un gran commercio di queste pietre coi vicini Olandesi, che le adoperano alle costruzioni delle dighe.(13)
Anche durante il breve periodo della storia che decorse dal conflitto di Roma con i Germani, il profilo delle rive tedesche del mare del Nord è molto cambiato. Questa immensa alluvione che forma tutta la regione annoverese, a nord dell’Assia e dello Harz, è stata corrosa sulle sue rive e l’Oceano riprese una parte del suo impero addentrandosi per buon tratto nelle terre. Gli annali del medio-evo narrano gli spaventosi disastri cagionati dalle improvvise irruzioni del mare. La più antica inondazione onde parlano le cronache allargò, nel 1066, il golfo di Jade, antico estuario del Weser abbandonato da questo fiume e rase al suolo il castello di Mellum, la cui antica area è indicata tuttavia da un banco di sabbia che ne conserva il nome. Finalmente nel 1218 e nel 1221 il mare scavò la parte del golfo ove si trovano oggi, al sud di Wilhelmshafen, le acque più profonde.(14) Nel 1277 i disastri furono ancora più grandi; le acque spinte da una tempesta si precipitarono nell’estuario dell’Ems, inghiottirono quasi 40 villaggi e formarono quel golfo sinuoso di Dollart, che ricorda ancora nel nome, che vuol dire furioso, quella tremenda opera di distruzione.
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