Disegno di Taylor, da una fotografia del signor Friederichs.
Una piccola isola fortificata, Neuwerk, è l’avanzo dell’antica costa tra le foci del Weser e quelle dell’Elba, ma al largo rimane ancora un isolotto, il celebre scoglio di Helgoland. Questa «terra dai banchi inondati» perchè tale è il senso probabile del nome primitivo Hallaglun (Hallig Land), si trova certo in acque germaniche, perchè è separata dai banchi di sabbia dell’Eider, all’est, da bassi fondi di 16 metri appena, ma nel 1808 gl’Inglesi la tolsero alla Danimarca e più non pensarono a restituire questa «pietra della patria tedesca» ai conquistatori dello Schleswig. Quando se ne impadronirono, Helgoland aveva per essi una grande importanza strategica, in causa del riparo ch’essa offriva alle loro navi, grazie ad una lunga fila di scogli e di dune che difendono l’isola dal mare grosso del nord-est. Questi scogli, che si sviluppano in forma di mezza luna allungata, hanno l’antico nome di Brunnen, che secondo certi etimologisti significherebbe scudo; sono pericolosi per i marinai che non conoscono gli approcci dell’isola; servono infatti a spezzare le onde e formano con le rocce dell’ovest due rade, aperta l’una a nord-ovest, l’altra a sud-est. Si narrano cose esagerate della rapida demolizione di Helgoland; ma è certo che verso la fine del XVII secolo, l’isola principale era attaccata alla catena delle scogliere orientali, e queste portavano alcune scogliere, dette di Wittekleff alte 60 metri.
Alcuni secoli prima, le due isole, riunite in una sola terra, occupavano un’estensione molto più considerevole, come provano le testimonianze unanimi degli antichi cronisti.
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