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Le pianure che si stendono all’ovest dell’Elba sono abitate da una popolazione che nel suo insieme è una delle più omogenee della Germania, e nella quale gli antropologi cercano i rappresentanti più puri del tipo germanico; ciò non ostante una razza straniera viveva ancora recentemente nell’Annover. Mentre nella marca di Brandeburgo, ed in quasi tutto il bacino dell’Oder, gli Slavi si stabilivano poco a poco fra la popolazione alemanna e perdevano il loro linguaggio, si mantenevano pure sulla riva sinistra dell’Elba, in tutto il distretto dell’Annover che è irrigato dal Jeetze e che è conosciuto sotto il nome di Wendland o «Paese dei Vendi.» Fino dal principio del secolo, la lingua slava era parlata dalla maggior parte delle famiglie, e oggidì più di un migliaio di parole incomprensibili ai tedeschi delle vicinanze sono rimaste nell’idioma locale. Questo mantenersi straordinario della lingua dei Vendi in un centro così separato dalla maggior parte della razza, si spiega mediante la configurazione della contrada. Il paese dei Vendi era limitato all’ovest ed al nord dalle lande di Lüneburg; al sud ed all’est, dalle paludi e dai laghi dell’Altmark, avendo così, da ambedue le parti, una barriera quasi insuperabile ai coloni alemanni. L’intero paese era dunque isolato più che se fosse stato circondato da fiumi o da bracci di mare navigabili: gli abitanti potevano ivi conservare la loro lingua e i loro costumi come fossero vissuti in un’isola dell’Oceano. Sventuratamente il loro dominio era troppo ristretto; essi erano in numero troppo piccolo per poter difendere la loro indipendenza: sottomessi dai signori, ebbero a subire tutte le umiliazioni che il vincitore infligge sempre al vinto; ogni diritto di cittadinanza fu loro interdetto per lungo tempo, e fu soltanto alla fine del diciassettesimo secolo che si consentì di ammettere qualcuno di loro nelle corporazioni e nelle gilde.
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