Inoltre, anche entro l’area che ha confini stabiliti, l’idioma slavo è la lingua usuale soltanto nei piccoli villaggi; in tutte le città si parla esclusivamente tedesco, e ad eccezione di qualche vecchio, tutti i Vendi parlano le due lingue: il loro vecchio slavo è una miscela di parole e di frasi germaniche. Molte famiglie hanno anche già tradotto il loro nome in tedesco, e più tardi, se vorranno, potranno reclamare, come tante altre popolazioni dell’antica Slavia alemanna, una pura origine teutonica. Qui si trovano riunite le diverse cause, che in tanti paesi concorrono alla distruzione d’una lingua sopraffatta da idiomi più potenti.
I Vendi relativamente poco numerosi, sono circondati da ogni parte da una grande quantità di Tedeschi. Considerati come inferiori, fu loro interdetto l’accesso, non solo alle professioni liberali, ma anche a molti mestieri; così, per avere il diritto di fabbricare la birra, dovevano una volta rinnegare la loro razza e germanizzarsi. L’amministrazione considera la lingua venda come non esistente; essa pubblica le leggi, interroga i testimoni e fa redigere gli atti pubblici sempre in tedesco. La scuola s’impossessa dei fanciulli, non per insegnar loro, ma per far loro dimenticare la lingua materna; poi viene il servizio militare che conduce i giovani in guarnigione nelle città prussiane e sassoni; quando ritornano, non sanno nemmeno più conversare coi loro parenti. I grandi proprietari sono tutti Tedeschi e non si danno la pena d’imparare la lingua venda per discorrere coi loro operai; gli opifici che si istituiscono nei paesi e le ferrovie che traversano la regione in ogni senso, sono favorevoli al germanismo pel movimento continuo dei viaggiatori.
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