La maggior parte dei nomi di luoghi è di origine alemanna, e parecchi di questi nomi fanno testimonianza che il dissodamento del suolo è stato opera degli ultimi venuti. Da prima cacciatori, quindi agricoltori, si innalzarono dalle pianure settentrionali, alla conquista di queste contrade aride e fredde, sdegnate dalle popolazioni slave, poi dai gioghi superiori ridiscesero al sud nelle ricche vallate della Boemia. Si sa come i coloni tedeschi della montagna sieno riusciti, mediante il loro assiduo lavoro, a fecondare le terre ed a crearsi novelle industrie; ma la miseria fu sempre grande fra loro; soltanto con prodigi di economia e sobrietà poterono vivere e svilupparsi in comunità tanto numerose. Questa vita miserabile spiega pure come nella maggior parte, al contrario dei Sassoni della pianura, sieno piccoli, deboli e brutti. I fabbricanti di giocattoli, quasi tanto numerosi come in Turingia, sono forse ancora più male rimunerati.
      I Sassoni, nella Sassonia propriamente detta, non sono certa-mente di razza così pura, come nelle regioni situate più al nord-ovest, sulle sponde dell’Elba e del Weser. Per un bizzarro contrasto, questa nazione germanica il cui nome, sebbene con singolare esagerazione, è di sovente dato a tutte le popolazioni della Gran Bretagna e, più stranamente ancora, a quelle degli Stati Uniti, ha veduto il suo dominio politico restringersi sempre più nella sua patria d’origine, e la Sassonia attuale non è più che una parte dell’antica Sassonia orientale. Per lungo tempo questa nazione, segnatamente all’epoca di Carlomagno, fu considerata come quella che rappresentava la razza germanica tutta intiera, e ai nostri giorni ancora, in Transilvania, i discendenti da coloni germanici di diverse provenienze, Renani e Fiamminghi in grande maggioranza, non hanno altro nome che quello di Sassoni.