Ed ora, la nazione altre volte famosa, vede il suo nome ridotto ad una semplice designazione politica, destinata forse a sparire ben presto. Ma questa razza rimarrà sempre, e la sua influenza sarà ognora una delle più attive nel gran corpo germanico. Non è essa che ha maggiormente contribuito alla formazione della lingua? e non si è per lungo tempo considerato l’idioma di Meissen come un modello di bel linguaggio? Era ben naturale infatti, che il centro di gravità fra i dialetti del nord e quelli del mezzodì, si fissasse poco a poco grazie all’alemanno letterario, nelle contrade della Germania centrale, la Sassonia e la Turingia.
Popolata da così grandi moltitudini in confronto alla sua scarsa superficie, la Sassonia, insieme ad alcune parti della Prussia renana e della Silesia, è il paese di Germania che abbia maggior numero di città: in molti distretti sono così numerose come i villaggi nelle campagne della Turingia e dell’Assia. Poco a poco i villaggi stessi si cangiano in semplici sobborghi, e la campagna, invasa dalle fabbriche, dai villini, dai parchi e dai giardini particolari, sparisce gradatamente. Molte città, dagli alti camini fumanti, hanno perduto ogni originalità, e percorrendolo, si crederebbe rivedere dovunque le stesse vie e gli stessi opifici.
Nel Voigtland o Vogtland, cioè nell’angolo della Sassonia che confina colla Boemia, colla Baviera, colla Turingia, il tortuoso Elster bianco che nasce in territorio austriaco e percorre i piccoli Stati della Turingia, irriga già alcune città, specialmente Oelsnitz e l’industriosa Plauen, capitale del Voigtland, molto arricchita in questi ultimi anni per gli scavi delle miniere di antracite (9) e per la tessitura delle mussoline chiamate in linguaggio commerciale, plaue Waare.
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