Si era più volte pensato a scavare, in questo luogo, un canale di scarico, ma nello stesso tempo il fiume, durante lo sgelo nella primavera del 1840, ne aprì l’uscita: da principio, profonda più di 5 metri, permetteva il passaggio ai grandi navigli, ma poi gradatamente si otturò, e gli ingegneri vi riversano, mediante chiuse, una parte delle alluvioni che la Vistola avvolge nelle sue acque. Al di là, la massa della corrente del fiume continua il suo cammino nella direzione di Danzica, poi a valle di questa città che esso lascia ad una piccola distanza al sud, scorre finalmente verso il mare; non è molto si divise di nuovo in due canali, il Norderfahrt, che cessò d’essere praticabile ai navigli dopo il dieciassettesimo secolo e che ora più non esiste, ed il Nordfahrwasser, che è la vera foce, ora approfondita più di cinque metri e mezzo.
Il delta della Vistola la cui superficie è attualmente di circa 1,600 chilometri quadrati, si estende visibilmente di decade in decade, e lo si può giudicare dal rapido ingrandimento del Westerplatte fra l’imboccatura antica e quella attuale della Vistola, e soprattutto dalle melme che si deposirtano nel Frische Haff al nord di Elbing. In seguito all’aumento continuo di queste terre di alluvione, bisognò costruire, a destra ed a sinistra del canale di Elbing, alcune scogliere di quasi tre chilometri di lunghezza. La terra nera ed argillosa dei terreni del delta, per la sua apparenza e per la sua consistenza, è chiamata dagli abitanti col nome di peck o «catrame»: è un terreno fertilissimo che i coltivatori sono felici di aumentare a spese delle acque.
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