(29) Codeste sabbie allargano costantemente la penisola dalla parte della riva interna, e di tratto in tratto si notano sugli orli dello Haff «frammenti di dune» (Sturzdünen) che spingono nelle acque i loro sconnessi pendii. Al contrario, dalla parte del mare, la spiaggia è bassa, appena ondulata; però al piede del pendìo marittimo delle dune, nel luogo che abbandonano nel loro cammino verso l’est, si trovano le «buche» più pericolose; l’acqua portata dalle piogge in abbondanza sui monticelli, si riunisce, alla loro base sollevandone la sabbia leggera; uomini e cavalli si sono affondati in questo suolo senza consistenza.
Nella striscia di Curlandia, le uscite hanno cangiato di posto, come nella Frische Nehrung. Vi si vedono ancora tre piccoli punti che altre volte furono brecce, per le quali le acque del mare comunicavano con quelle della laguna: in questi tre luoghi la catena delle dune è interrotta; le paludi e le torbiere hanno rimpiazzato gli antichi passaggi, e per impedire al mare di invadere ancora la penisola, bisognò innalzare un cordone di piccole dune artificiali, mediante fascine sulle quali le sabbie vanno ad accumularsi. Vicino all’origine meridionale della penisola, gli alberghi e gli stabilimenti del borgo di Cranz, frequentatissimo dai bagnanti, sono minacciati dalle onde del Baltico; l’istmo di difesa non ha in diversi punti che 300 metri di larghezza, e se da ambe le parti non fosse fortificato con gabbioni e palizzate, basterebbe una notte burrascosa per rompere la striscia di terra e riunire i due mari.
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