Si è constatato che gli strati di creta dell’isola non sono perfettamente orizzontali, bensì piegati in più luoghi ed inclinati in massa da nord-ovest a sud-est. Forchammer attribuisce questa mancanza di orizzontalità ad un movimento di altalena che sarebbe avvenuto al disotto del suolo; Johnstrup e Bernhard Cotta lo credono l’effetto dell’immensa quantità di massi erratici trasportati dai ghiacci galleggianti. I piccoli laghi, le paludi circolari che si incontrano di tratto in tratto occupano gli interstizî degli strati cretacei. Il suolo cavernoso si è abbassato lasciando alcuni vuoti in forma di imbuto che vennero riempiti dalle acque, e qualcuno anche dalle torbe e dalle alluvioni.
L’isola di Rügen e il Mecklenburg, sono fra le regioni della Germania baltica, quelle che hanno meglio conservato le tracce delle popolazioni che le abitavano prima che la storia ne parlasse. I campi fortificati a Rügen sono numerosissimi e la leggenda narra che una Dea gigante li abbia lasciati cadere dal suo grembo. Le ricerche degli archeologi hanno provato che questi campi datano dagli ultimi tempi del paganesimo e che almeno uno di essi, il Rugard, «l’occhio di Rügen» o l’osservatorio centrale dell’isola, servì di fortezza all’epoca cristiana. I racconti letterarî immaginati nel decimosettimo secolo da troppo zelanti commentatori di Tacito, rappresentano uno di questi campi ombreggiato dai bei faggi di una foresta, come gli avanzi di un tempio di Herta, e in riva ad un piccolo lago vicino sarebbero stati celebrati i misteri della Dea.
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