Qualunque siano le nazioni pagane che innalzarono questi campi fortificati e questi tumuli della Germania del Nord, è certo che all’epoca in cui comincia per queste regioni la storia propriamente detta, gli Slavi occupavano quasi tutte le pianure che si estendono all’oriente dell’Elba ed anche molte città slave situate al di là di queste frontiere fanno testimonianza del progresso che la razza aveva fatto verso l’occidente d’Europa. In alcune contrade dei bacini dell’Elba, dell’Oder, della Vistola e dei fiumi intermedii, tutti i nomi dei luoghi, ad eccezione di quelli di fondazione moderna, sono di origine slava ed alcuni hanno mantenuto il loro nome primitivo. V’è un fiume del Mecklenburg che porta il nome di Rieka, come tanti altri corsi d’acqua in Russia, in Austria, in Turchia; più d’una foresta di faggi ha lasciato il nome di Bukovina ad alcuni luoghi della spiaggia del Baltico, come alla provincia del-l’impero austro-ungarico; in questa regione del nord vi sono pure dei Belgrado e delle Cracovie. Coll’aiuto del nome dei luoghi si potrebbe riconoscere lo stato antico di coltura e la forma del paese: si vede dove sorgevano le fattorie ed i castelli, dove si trovavano i molini ed i ponti, dove si estendevano le praterie, gli orti, i boschi, dove regnavano i pini, i faggi e le quercie.
Il movimento di emigrazione, che colla decadenza dell’impero romano, aveva trascinato gli Alemanni verso i Galli e gli Slavi in Germania, fu seguìto qualche secolo dopo da uno spostamento in senso inverso: i Franchi andarono verso i Sassoni e questi verso i Vendi.
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