Senza parlare dei Wilhelmshof, dei Bismarckof, che si trovano ora in Posnania, Karnieniec è divenuto Steindorf, Radziejewo si è cangiato in Hohensee, Chodziez ha preso il nome di Kolmar in Posen, quasi per rammentare ai Polacchi conquistati un’altra annessione fatta all’occidente dell’impero. Ciò che più dei regolamenti d’amministrazione contribuisce a dare una vera preponderanza alla lingua tedesca nella zona intermedia delle lingue, è il fatto che in più luoghi l’idioma polacco non è parlato che dagli ignoranti, fino dal cominciare dell’educazione, l’avviamento all’industria ed al commercio, nonchè la coltura del pensiero si fa per mezzo di Tedeschi. I paesani dell’alta Slesia, il cui dialetto si distingue della vera lingua polacca per la mancanza della lettera dentale t, sostituita sempre da una sibilante, non conoscono punto la letteratura nazionale e sono per conseguenza anticipatamente abbandonati all’influenza germanica; nondimeno alcuni giornali polacchi mantengono l’uso dell’idioma nazionale. Molte città della Slesia e del territorio di Posen si germanizzano a poco a poco, come avvenne altre volte nel Mecklenburg e nella Pomerania: quelli che vengono a popolarle sono Tedeschi, ed Ebrei che la statistica classifica pure come Tedeschi; nemmeno una grande città della Posnania, nè manco la città santa di Gnesen, accoglie più della metà di abitanti polacchi. Gli Slavi da parte loro si mantengono nelle campagne, dove, in questi ultimi tempi, il loro numero si è relativamente molto accresciuto per causa dell’emigrazione dei Tedeschi verso la Russia e il Nuovo Mondo.
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