Nondimeno i Cassubi, (Casciubi o Kaszuby) che si riconoscono da lungi per i loro lunghi pastrani, sono ai nostri giorni meno numerosi, nel loro paese, che non i Tedeschi ed i Polacchi: forse l’antica razza dominante è ancora la prima quanto all’origine; ma i Cassubi hanno perduta la loro indipendenza da ben nove secoli; e durante questo tempo, quelli che hanno potuto arricchirsi hanno preso posto fra i signori tedeschi o polacchi. Nelle tre città della Cassubia, Neustadt (Nowemiasto), Putzig (Puck) e Bütow (Bytow) non vi sono più Cassubi: questi non abitano che miserabili villaggi. La popolazione cassuba forma soltanto la quarta parte di tutti gli abitanti, e quelli che parlano tuttora la lingua degli avi sono appena un dodici mila; il vecchio idioma, privo di letteratura, fu vinto dalle lingue dominanti. Dalla parte dell’ovest, in Pomerania, l’idioma tedesco guadagna poco a poco come il protestantismo, e da quella dell’est, nella provincia di Westpreussen, prevale il polacco, ciò che d’altronde riesce facile perchè il cassuba non è che un dialetto.(44) Tuttavia anche nei distretti completamente germanizzati, l’idioma locale ha conservato alcune parole slave, «quasi massi erratici trasportati su terreni di rocce diverse.» Inoltre si trovano di queste parole «erratiche» nel centro della Germania fino in Turingia ed anche a Norimberga. Per un singolare contrasto i Cassubi, sebbene poverissimi la maggior parte, sono quasi tutti gentiluomini e come tali si vantano, benchè caduti nella miseria.
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