Al di sotto di Wittenberga, l’Elba, scorrendo fra regioni poco fertili, all’ovest le lande di Lüneburg, all’est i poggi di Mecklenburg, non bagna alcuna città considerevole per uno spazio più di 150 chilometri. Anche Lauenburg, che ha dato il suo nome ad un ducato, ormai non è più che un villaggio. Ma alla svolta di una grande isola, le navi ancorate, le case, i palazzi e le torri di una possente città si distendono sulla riva destra del fiume: si vede spiegarsi innanzi l’immenso panorama di Amburgo.
Qaesta città, la seconda dell’impero di Germania per il numero degli abitanti, è la prima per l’importanza del suo commercio, quadruplicato in valore dopo la metà del secolo. Quantunque situata a 110 chilometri dal mare, essa ha libera comunicazione di scambi marittimi con tutti i paesi del mondo mediante il canale dell’Elba che i navigli della maggior portata risalgono grazie al flusso. Per l’obliqua direzione dell’Elba rispetto al mare del Nord, Amburgo si trova all’uscita naturale della maggior parte dei paesi della Germania orientale, i quali sono nondimeno più prossimi al mar Baltico; di più Amburgo abbraccia una parte considerevole del traffico delle regioni tedesche rivolte verso il mare: il dominio commerciale della grande città anseatica forma nel centro d’Europa un vasto triangolo, la cui base si estende da Cracovia a Basilea. Sul continente, Amburgo non ha per rivali che Anversa; il movimento dei suoi scambi supera quello di Marsiglia, anche tenendo conto di questo fatto, che fino ad ora il traffico di Amburgo col resto della Germania, al di fuori del territorio della «città libera,» apparteneva ufficialmente al commercio esterno.
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