Ma non è la sola natura che ha dato alla città di Amburgo una felice posizione commerciale. L’antica Hammaburg, che si crede fondata da Carlomagno, non era neppure situata in riva al fiume; era stata fabbricata sull’Alster, a circa due chilometri da un ramo dell’Elba dal quale la separavano le paludi di Brook (Bruch). Ma alla metà del sedicesimo secolo gli Amburghesi non si accontentarono più del «basso fondo» (deep, tief) dell’Alster che loro serviva di porto, e scavarono attraverso il Brook un canale che mise in comunicazione colle acque dell’Elba i loro ancoraggi. Più di cinquant’anni dopo, nel 1605, aprirono un «nuovo fosso» (nie grave), con tale successo che la principale corrente dell’Elba settentrionale vi si precipitò: mercè la perseveranza dei cittadini, la città si trovava finalmente collocata sulla riva di un grande fiume. Dopo quest’epoca l’Elba ad Amburgo è stata grandemente migliorata dai lavori dell’uomo: è più profonda, più larga, fiancheggiata da ampie vie, e i navigli possono più speditamente scaricare le loro derrate e prendere nuovo carico; inoltre, altri lavori hanno cangiato il tracciato delle rive, e di tutta la parte inferiore dell’estuario hanno fatto un avamporto di Amburgo. Allo scopo di impedire l’urto dello maree, che seguiva una volta davanti la rada, dove si congiungono i due rami dell’Elba del sud (Süder-Elbe) e dell’Elba del nord (Norder-Elbe), si sta lavorando per accorciare l’estuario colla soppressione dei promontori; quando sarà compiuta la rettificazione del fiume, secondo i progetti dell’ingegnere Dalmann, la curva delle rive si svilupperà dovunque seguendo un profilo normale; si fecero sparire perfino delle penisole di scogli, spendendo per lo sgombero di queste, tre o quattro milioni di lire.
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