Sfortunatamente il carbone della Slesia ha in media meno valore di quello delle rive della Ruhr; solamente alcuni pozzi danno carboni simili a quelli della Prussia occidentale e dell’Inghilterra. Le miniere di zinco forniscono i quattro quinti del minerale adoperato nelle officine metallurgiche della Germania.(79)
Le città del bacino carbonifero, che erano poco fa semplici villaggi, si rassomigliano tutte, o piuttosto non formano che una sola e medesima città, colle sue manifatture, coi suoi mucchi di scorie, coi suoi gruppi di casette operaie, che il castello del proprietario delle officine signoreggia dall’alto di qualche monticello. La popolazione, nello spazio di un secolo, si è più che ventuplicata, ma subisce periodicamente gravi crisi finanziarie, e spesso il tifo prodotto dalla fame fa grandi stragi nel paese: la Slesia, come l’Irlanda, è il regno della miseria. La più notevole agglomerazione del paese è Königshütte, che soltanto nel 1869 fu elevata a dignità di città; Beuthen, Kattowitz, Gleiwitz, Tarnowitz hanno pure una qualche importanza, come centro di fabbriche e capoluoghi amministrativi; Myslowitz è il punto ove convergono le ferrovie e la grande stazione doganale dei tre imperi, germanico, russo e austro-ungarico.
Ratibor (in polacco Raciborz) posta sull’Oder, là dove durante la stagione favorevole comincia la navigazione del fiume; Leobschütz circondata da un anfiteatro di graziose colline, Neustadt ove rumoreggia l’acqua dei torrenti; Oppeln (Oppole), attraversata dall’Oder, nelle cui acque riflette gli alberi delle sue isole; altre città, inoltre, sebbene si trovino fuori della grande regione carbonifera, prendono parte alla sua attività industriale, ed officine d’ogni specie si elevano pel lavoro dei metalli, la fabbrica del vetro, la filatura e la tessitura delle stoffe.
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