Danzica , in polacco Gdansk, è città antichissima: addossata ad alte colline, alle falde delle quali si stendono le campagne del delta, è il deposito naturale di tutti gli scambi fra la regione della bassa Vistola ed i paesi di oltre mare. Gli abitanti di Danzica possono, dai colli circostanti, contemplare una parte del loro dominio: le acque tortuose del fiume che brillano qua e là fra la verdura, i villaggi, i gruppi di case sparpagliate fra gli alberi, la catena regolare delle dune che si sviluppano al nord-est in una immensa curva, e di là, il golfo sparso di vele, la lunga penisola bianca di Hela. «La veduta del golfo di Danzica, dicono gli abitanti, è una delle sette più belle del mondo.» Essa è certamente bellissima, veduta principalmente dalle alture boscose dell’ovest: in una di queste sorge l’antica abbazia d’Oliva, celebre per la sua cronaca, documento dei più preziosi per la storia locale.
Danzica, precisamente a causa della sua importanza, traversò grandi vicissitudini: ebbe e soffrire numerosi assedî, dei quali i più rinomati furono quelli sostenuti da Kalkreuth nel 1807 contro il maresciallo Lefèvre, e dal generale Rapp contro i Prussiani nel 1812 e 1813; spesso il suo commercio venne quasi a cessare per rifiorire non appena la pace ritornava agli abitanti. Ai tempi della sua prosperità repubblicana, allorquando era uno dei capoluoghi della Lega, e anche sotto il regno polacco, Danzica aveva leggi proprie. (Danziger Willkür), monete e consuetudini; era la «Venezia del Nord,» non solo per i canali che la traversano e le costruzioni su palafitte, ma anche per la grande influenza che esercitava su tutte le popolazioni circostanti.
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