Tuttavia questa penisola troppo allungata, in proporzione alla sua larghezza, andò divisa fra due nazioni, i Danesi al nord, e i Tedeschi al sud; dall’una all’altra estremità del paese sono ben differenti il linguaggio, i costumi e le tradizioni politiche. Non è molto tempo che il territorio sommesso al governo danese comprendeva una parte considerevole della contrada appartenente alle popolazioni tedesche. Dopo la guerra del 1866, le parti sono cambiate. Ora è la Prussia, che dopo essersi impadronita dell’Holstein e dello Schleswig meridionale, ha per giunta annesso ai suoi possedimenti una parte incontestabilmente danese della penisola; non contenta di aver preso la metà più fertile, più popolata, più ricca di questa penisola si è anche appropriata forti posizioni militari fino nel cuore del paese danese. È vero che in virtù dell’articolo quinto del trattato di Praga, i popoli di ceppo e lingua danese potranno rientrare nella patria scandinava, allorquando avranno espresso la loro volontà con un voto liberamente emesso; ma da undici anni il popolo attende invano il momento di essere convocato per pronunciare questo voto.(1)
L’altipiano del Mecklenburg si prolunga nell’Holstein, ed alcune delle sue cime, specie gli osservatorii da cui si possono vedere ad un tempo i due mari, sorpassano l’altezza di 100 metri; Bungsberg, una di queste cime, è alcuni metri più alta della punta del campanile di San Nicola ad Amburgo. Al nord dell’Holstein, la depressione in fondo alla quale serpeggia l’Eider e che va a raggiungere il fjord di Schlei presso Schleswig, circondando il piccolo masso di «montagne» di Hütten, interrompe completamente la stessa altura, ma immediatamente al nord ricomincia la catena di colline, per continuare fino al nord del Jydland o Jutland sul territorio danese, dove raggiunge la sua più grande altezza.
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