La crisi degli affari nel Nuovo Mondo ed il pauperismo che aumenta adesso anche nelle città americane, ed in minori proporzioni le severe misure prese dal governo prussiano per impedire alla gioventù di fuggire il servizio militare, rallentarono la corrente, ed anzi si compì un notevole movimento inverso. Ora le partenze aumentano di nuovo: nel 1880 più di 100,000 persone lasciarono la Germania per i paesi di oltremare.(9) Durante la gran febbre dell’emigrazione si osservarono alcuni cambiamenti di popolazione che ricordano quelli dei primi secoli dell’êra volgare. I giovani del Mecklenburg e della Pomerania emigravano in folla; molti Svedesi, fuggendo gli agenti reclutatori, passavano essi pure il mar Baltico e profittavano della maggior mercede retribuita al lavoro.
L’emigrazione dei Tedeschi dal loro paese è decupla dell’immigrazione degli stranieri, anche negli anni in cui è meno grande. I vicini della Germania non si sentono attratti verso questa contrada, che tuttavia è il centro geografico dell’Europa; non si ritrovano che in piccole colonie sulle rive del Reno, nei luoghi termali, ad Heidelberg, a Stuttgart, a Dresda, a Berlino, ma vi sono provincie intiere, segnatamente la Pomerania orientale, ove la vista di un Francese o anche di un Inglese, basta per eccitare la popolazione; tanto questo fenomeno si presenta raramente. Fra le migliaia di bagnanti che frequentano ogni anno le terme della Slesia, gli abitanti dell’Europa occidentale non sono rappresentati talvolta da un solo visitatore.
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