La dieta provinciale deve essere convocata dal re almeno una volta ogni due anni, ma può esserlo più spesso se gli affari lo esigono. Essa nomina i proprî impiegati, vota il bilancio, compera e vende le proprietà, stabilisce le imposte, contrae prestiti, decide sui progetti di legge che le sono presentati e sceglie il direttore ed i membri della commissione permanente che devono esercitare nella provincia la sua parte di potere esecutivo. L’elezione ha egualmente una parte nella costituzione del consiglio provinciale, che deve assistere il presidente superiore e che si può paragonare al consiglio di prefettura francese; si compone di sette membri, cinque sono nominati dalla dieta provinciale, nel suo seno, e due dal governo. Ma quantunque il voto sembri avere un’importanza considerevole nell’organizzazione politica del regno, nondimeno lo Stato nulla perde della sua potenza. Una giurisdizione amministrativa superiore, composta unicamente di magistrati nominati dal re, giudica senza appello in tutti i conflitti che riguardano le attribuzioni dei corpi elettivi e dei rappresentanti dello Stato; inoltre, il presidente superiore della provincia ed il ministro dell’interno hanno il diritto di opporsi in modo assoluto a qualunque decisione delle assemblee o dei loro delegati, qualora sembrasse contraria alle leggi od agli interessi del governo.
Non vi è regione ove questo essere astratto, che si chiama Stato, sia tanto rispettato quanto in Germania e soprattutto in Prussia. Lo Stato non è il sovrano nè la patria; la nazione colla sua lingua, i suoi costumi e la sua vita intima non vi entra per nulla.
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