La sua preponderante posizione gli consente di dirigere il mercato dei metalli, di impedire ogni concorrenza, di farsi protettore dei privati e delle compagnie che possedono ancora qualche miniera vicina alle sue.
Adesso il governo dell’Impero prosegue la realizzazione di un progetto grandioso, che gli darà mano forte nella circolazione e gli permetterà pure di regolare a suo volere le relazioni fra i produttori ed i consumatori: trattasi di appropriarsi tutte le ferrovie che percorrono il territorio tedesco, e, malgrado l’opposizione delle compagnie rivali e degli Stati il cui territorio non è compreso in quello della Prussia, si avvicina rapidamente al suo scopo. Già più di due terzi della rete ferroviaria appartengono all’impero o sono da esso amministrati; mercè il possesso delle grandi linee, può svolgere il traffico sulle sue rotaie stabilendo tariffe differenziali; così minaccia la rovina alle compagnie rivali, le quali, le une dietro le altre, sono obbligate a cedere e gli azionisti dovranno loro malgrado aumentare le file dei possessori di rendita dello Stato. Col far proprie le ferrovie, il governo vede accrescersi nello stesso tempo il suo immenso esercito di impiegati. Ufficiali telegrafici e postali, operai delle miniere, meccanici, custodi, guardia-freni, tutto il personale delle stazioni, delle linee, dei lavori d’arte, formano una parte notevole della popolazione dell’impero. Computando le famiglie che dipendono da tutti questi salariati, non si potrebbe valutare a meno di un milione e mezzo il numero delle persone il cui destino dipende assolutamente dal Governo.
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