In Germania, invece, l’elemento romano ed il germanico vengono ad equi-librarsi, ma così gl’Inglesi come i Tedeschi svolgono il concetto germanico dell’individualità, il primo nel campo esterno dell’azione, il secondo in quello interno del pensiero, l’Inglese isolato per condizione geografica non pensò che a sè stesso, il Tedesco invece studia profondamente l’individuo considerato in sè.
Che anzi, secondo il Glasson, persino in Francia l’elemento germanico ed il romano, come già presso i Tedeschi, si troverebbero equilibrati, trovandosi però qui un nuovo elemento, a cui non bisogna dare soverchia importanza, il celtico. E dal Germano antico il Francese odierno ritrarrebbe, secondo il Bruce, la profondità del suo sentimento religioso e lo spirito del libero esame.
Robertson, Gibbon, Guizot, Tissot, Buffon, credettero selvaggi i Germani, e con essi Adelung li reputa tribù erranti di barbari senza germi indigeni di cultura; Rogge li descrive in una specie di stato di natura, dove la vendetta regna assoluta e senza freno e Gide li paragona ai selvaggi delle Indie occidentali. Peggio di tutti il Guerard scrive:
«Lo spirito d’indipendenza germanico non è altro che una tendenza irresistibile a darsi in braccio senza regola nè freno alle loro feroci passioni, ai loro brutali appetiti La libertà che essi conoscevano, la libertà che loro era cara e per la quale affrontavano qualunque pericolo, era la libertà di far male. Avidi di possedere qualche cosa, si sforzavano a tutta possa di acquistare di più, e allorchè affrontavano la morte era meno per disprezzo della vita che per amore del bottino.
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