I partiti sono numerosi in religione come in politica, nelle scuole di teologia e di filosofia come al Reichstag: ma i loro movimenti e le loro lotte non scuotono affatto l’ordine pubblico; la forma del governo si impone a tutti i riguardi, a tutte le discussioni, e l’amore della gran patria tedesca domina e fa all’uopo cessare tutte le discordie... (P. 250).
Tale organizzazione è tanto più notevole in paese per natura poco disposto all’unità. Il territorio a sud e ad est a rigore non ha confini; non ha la frontiera di due mari e di due grandi catene di montagne, è aperto alle invasioni e alle conquiste... Del pari manca alla razza germanica l’unità del suolo su cui si propaga; è un’aggregata di nazionalità varie di tipo e di attitudini, con tendenze molto particolariste. Malgrado la preponderanza del protestantismo sul cattolicismo, manca gran tratto perchè la religione predisponga all’armonia ed all’organizzazione. Vi sono anche numerosi ebrei, che trovarono in Germania una seconda patria, e formano un elemento di divisione potente... La lingua sola è una in Germania, e fu oltre il Reno la base delle ambizioni nazionali, e il pretesto dell’unità politica. «Questa potente unità non è il prodotto di grandi vittorie e di intrighi sapienti; questi spiegano il modo con cui si compì l’unità nazionale; spiegano perchè tale unità fu compiuta dalla Prussia e non dall’Austria, con forma imperiale piuttosto che repubblicana; ma non rivelano l’animo di questa unità, quell’animo che sente palpitare chiunque viva nel paese stesso, osservatore indipendente» (P. 250-254).
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