Nel complesso le descrizioni, che ci hanno lasciato gli autori antichi, non ci danno l'idea d'una povertà così grande d'acque correnti. Anche dei nomadi, che vivessero in mezzo alle rupi od alle sabbie, sui confini del deserto, non vedrebbero più oggi nella terra di Canaan un "paese, in cui scorrono latte e miele"; regioni fertili un tempo hanno perduto gli alberi, i campi e fin l'erba ed i cespugli. [17] Nell'Asia Minore, le città commerciali del litorale ionio come avrebbero potuto acquistare un'importanza così grande, e la civiltà locale come avrebbe potuto salire ad un grado così alto di splendore, se, dietro la stretta zona della regione costiera, non fossero esistiti, come serbatoi di forza vitale, spazî sufficientemente inaffiati per nutrire popolazioni molto più dense di quello che possano essere oggidì? E le città del deserto, Palmira, Baalbek, dove gli abitanti avevano raccolto tanti tesori da edificare i tempi sontuosi, di cui si ammirano ancora gli avanzi, come avrebbero potuto sorgere in mezzo alle solitudini, se non fossero state circondate da oasi più vaste, atte a favorire in abbondanza i viveri necessari ai residenti ed alla folla degli stranieri? Dacchè i viaggiatori moderni hanno cominciato l'opera d'esplorazione dell'Asia Anteriore, hanno riconosciuto nella Turchia d'Asia, nell'Iran e nel Baluscistan vasti spazî, un tempo popolosi, che oggi sono mutati in deserti; città assediate dalle sabbie sono state parzialmente inghiottite; terrazze d'antiche colture si vedono su pendii rocciosi, dove non crescerebbe più un filo d'erba; fiumi una volta navigabili non portano più barche; il posto d'antichi laghi è segnato da paludi, da strati di sale o da bacini d'argilla.
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