Sebbene tradizioni e leggende non parlino di traversate della montagna nei tempi dei progenitori ariani, tuttavia la parentela prossima, quasi l'identità dei culti, delle cerimonie, delle preghiere, e la rassomiglianza delle lingue e delle civiltà sulle rive dei "Sette Fiumi" iranici e dei "Sette Fiumi" indù non permettono di dubitare che le porte della montagna fra i due versanti fossero ben note ed utilizzate. Le spedizioni d'Alessandro, poi le costituzioni di Stati ellenizzati, dalla Battriana fino all'orlo dei monti nevosi e forse nel cuore dell'India, collegarono di nuovo le due estremità del mondo ariano attraverso le gole dell'Indu-kusc, poi i missionari buddisti, e probabilmente anche altri missionari armati, scelsero gli stessi passi per mettere l'India in rapporto con le regioni dell'Asia settentrionale e quelle dell'Estremo Oriente; le immagini gigantesche tagliate da secoli sulle rupi di Bamian videro sfilare davanti ad esse innumerevoli spedizioni di guerra, di propaganda religiosa, di commercio, che hanno avuto risultati notevoli nella storia del mondo. I Mongoli, i Turchi, i Persiani hanno praticato le strade dello spartiacque asiatico, ed ora i Russi e gl'Inglesi, accampati gli uni nelle pianure dell'Osso, gli altri nell'emiciclo, di cui Pesciaver occupa il centro, aspettano, a quel che credono fermamente gl'indigeni, il segnale della scalata e del combattimento. In quel punto la larghezza dell'altipiano, che separa la valle dell'Indo ed i pendii rivolti verso il Turkestan, non oltrepassa i 300 chilometri; Kabul, che le truppe inglesi hanno già conquistato tre volte, si trova ad un centinaio di chilometri dalla soglia elevata, dove comincia il versante del nord, a cui si può dare senza errore geografico il nome di "versante russo"; cannoni inglesi e ambasciatori moscoviti hanno già varcato la soglia di Bamian.
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