[28][Immagine 008.png - N. 8. - INDU-KUSC ORIENTALE.]
La parte più alta dell'Indu-kusc non è la cresta, colla quale s'unisce al Karakorum, a nord della valle superiore di Yasin. In quel punto, l'interruzione è quasi completa: risalendo la valle del Mastugi, tributario dell'Indo per lo Scitral, il Kunar ed il fiume di Kabul, si può salire senza stento attraverso i pascoli, interrotti da qualche dirupo, al colle o meglio al largo valico erbose di Baroghil, dove i rivieraschi dell'Osso superiore menano il loro bestiame: secondo l'esploratore indigeno, conosciuto sotto il nome di "mollah", che attraversò questa parte dello spartiacque nel 1874, la soglia fra i due bacini dell'Indo e dell'Amu-daria sarebbe alta 3,660 metri soltanto; l'inglese Biddulph, che ha passeggiato, esso pure, nei prati fioriti del Baroghil, dice che si potrebbe in quel punto attraversare facilmente in carrozza lo spartiacque dell'Asia [29]. Le grandi cime s'elevano, non su questa parte dello zoccolo dell'Indu-kusc, ma a sud, in una catena, che prende origine all'estremità occidentale del Karakorum e si dirige a sud-ovest fra la valle del Mastugi ed i fiumi, che discendono ad est verso il Gilgit e l'Indo. Questa catena laterale, talvolta indicata col nome di "montagne di Lahori", da un colle che la varca verso la metà del suo sviluppo, ha cime molto più alte di quelle dell'Indu-kusc propriamente detto. Uno de' suoi picchi, che sorge 40 chilometri a sud-ovest della soglia di Baroghil, misura 6,836 metri; un altro, ad est dello Scitral, raggiunge i 5,760 metri e, con una cresta anche più alta, si collega ad un gruppo orientale, la cui punta suprema ancora innominata supera 5,910 metri: è più che l'altezza dell'Elbruz, il gigante del Caucaso [30].
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