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      Così il Gomul, il cui bacino, secondo Walker, misura non meno di 33,000 chilometri quadrati, e che all'epoca delle piene copre qualche volta la pianura d'un lago largo 16 chilometri, non ha più una goccia d'acqua nella stagione asciutta. Di là dal paese afgano, nel paese dei Turcomanni, i fiumi di Khulm, Balkh, Siripul, Maimeneh si perdono del pari per via prima di giungere all'Oxus; così pure il Murgh-ab, nato sui pendii settentrionali del Parapomiso, si ramifica e s'estingue nell'oasi di Merv, cui circondano da tre lati solitudini immense. L'Heri-rud o "fiume di Herat" fornisce un corso più lungo; prendendo origine fra la montagna Bianca e la montagna Nera, scorre dapprima a sud-ovest e ad ovest, poi, urtando contro le montagne della Persia, si ripiega verso nord per entrare nelle pianure del Turkestan e sparire nelle sabbie sotto il nome di Tegien: esso non raggiunge più quei piani, nei quali si stendeva un vasto lago, oggi asciutto [55], il cui suolo è sotto il livello del Caspio. Gl'indigeni raccontarono a Ferrier, che prima della fine del secolo decimottavo il corso dell'Heri-rud inferiore si spingeva molto più a destra nella direzione del Murgh-ab.
      L'unico bacino chiuso interamente compreso nel territorio dell'Afganistan è quello del Ghazni: si stende sopra uno spazio di 17,000 chilometri quadrati, giusta le carte tracciate sommariamente sui dati dei viaggiatori inglesi. Il fiume principale di questo bacino, il Ghazni, nasce dal versante meridionale dei monti, che versano le loro acque all'Indo per lo Scintz, il Logar ed il Kabul; ingrossato da numerosi affluenti e regolato da una diga, - Band-i-Sultan o "Diga del Sultano", che fu costruita da Mahmud il Ghaznevida, - si dirige a sud e a sud-ovest, come per andare a raggiungere i tributari dell'Hilmend; ma, attraversando pianure, dove piove ben di rado, s'assottiglia a poco a poco e si perde, a 2,150 metri d'altezza, in un lago di livello variabile, che, a seconda delle stagioni, s'estende sulle paludi circostanti o si ritira tutto nella cavità centrale della depressione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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