Cosi la neve cade qualche volta a Kandahar, la "Porta dell'India". Nel Khorassan di Herat, presso Kusan, l'esercito d'Ahmed sciah perdette, dicesi, 18,000 uomini pel freddo d'una sola notte. D'altra parte, sebbene Ghazni si trovi a 2,356 metri d'altezza, la temperatura vi è salita, dicesi, a 55 gradi all'ombra, calore tanto più difficile a sopportare in quanto la notte era stata molto fresca. Quindi la città afgana è, come Mascate, Aden, Buscir, Dadhar, Sibi, Scikarpur, del novero delle città, alle quali s'applica il noto detto: "Avendo creato questa fornace, che bisogno avevi, Allah, di creare l'inferno?" Il calore è terribile, talvolta mortale, quando il vento solleva la polvere e la trasporta in forma di trombe sulla superficie degli altipiani. L'Afganistan è uno dei paesi, dove queste meteore terribili sono state osservate più di frequente; nel Seistan i venti caldi del mezzodì s'assomigliano talvolta al simun, e si citano esempi di persone soffocate dal soffio ardente.
I violenti dislivelli di temperatura producono la conseguenza d'attirare l'evaporazione, ora per effetto del calore, ora per quello dell'irradiazione nell'aria pura. L'acqua, già troppo rara in più che metà dell'Afganistan, si trova così diminuita e viene sempre adoperata colla maggiore economia. Gli agricoltori afgani e persiani sono dei più abili fra i costruttori di karez, khariz, kanat, od acquedotti sotterranei, ingegnosa imitazione dei fiumi, che scorrono nelle gallerie delle rocce calcari e sono solcati di tratto in tratto dai pozzi di franamento: in tutte le regioni male inaffiate dell'Afganistan s'incontrano villaggi e borgate, il cui nome ricorda l'esistenza di questi lavori indispensabili.
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