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      [Tavola 04-png - VEDUTA PRESA SUL COLLE DI PAIWAR. Disegno di Taylor, da una fotografia di Burke].
      Ma se la natura è stata poco generosa coll'Afganistan per la varietà delle piante e l'opulenza del fogliame, ha dato alla maggior parte dei frutti e dei semi un sapore tutto particolare: i succhi sono distillati tanto meglio, in quanto il vegetale è sottoposto a più grandi oscillazioni di temperatura; i cereali di tutte le specie forniscono eccellenti prodotti, del pari che gli alberi delle frutta a nocciolo, albicocchi, peschi, prugni, mandorli. "I migliori melagrani del mondo sono quelli di Kandahar" [76]. Le viti selvatiche danno grappoli saporiti, fino a più di 2,000 metri d'altezza, sui pendii del Kohistan. Il noce alligna anche come albero forestale, ed i suoi frutti sono molto stimati: forse in nessun altro paese quest'albero raggiunge tali dimensioni; nella valle superiore del Kuram ve n'ha col tronco della circonferenza di oltre 5 metri [77].
      Le regioni dell'Afganistan, nelle quali la vegetazione ha maggior forza e splendore, sono naturalmente quelle del nord-est, dove le acque scorrono in maggior copia. Nelle valli dell'Indu-kush e del Lahori, del pari che sulle chine del Sefid koh, ma soltanto sopra i 2,100 o 2,150 metri, le capre vanno ancora a brucare i giovani germogli, ad un'altezza alla quale si potrebbe credere d'essere in pieno Imalaja, in mezzo alle foreste della Dalhusia o di Simla: i platani che crescono sulle terrazze vicine del colle di Paiwar hanno una circonferenza di oltre 10 metri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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